Questa domanda viene posta da una voce fuori campo nel film-documentario di Gianni Celati "Strada Provinciale delle Anime" del 1991. 
La visione è personale, intima, culturale. Non vi deve essere alcun limite alla possibilità di stupirsi, di sentire un rapporto interiore con ciò che si guarda. Magari il collegamento tra l'esterno e l'interno non è immediatamente riconoscibile, a volte proprio non si riesce ad identificare, perché si appoggia su memorie troppo lontane nel tempo. 
Si osserva e ci si perde, girando il mondo, tra dettagli esterni e nuvole interne. 
Fotografie che vanno spesso a capo, e provano ad evocare tutto il resto.

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